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Perché questo libro cambia le regole del gioco

CIELI IN FIAMME parte da dodici misteri chiave – dalla “turbina” di Ezechiele alle cronache vediche di armi divine – e li mette a confronto con gli indizi raccolti in mezzo secolo di spedizioni sul campo: Yemen, Grande Zimbabwe, altipiani del Perù, templi di Baalbek. Ogni capitolo incrocia testi antichissimi (Bibbia, Mahābhārata, Popol Vuh), prove archeologiche e testimonianze etnografiche, rivelando uno schema globale coerente: gli dèi non erano miti, ma visitatori dotati di scienza e velivoli in grado di solcare cielo, mare e – forse – spazio. Biglino e von Däniken mostrano come questi “maestri celesti” abbiano innestato conoscenze avanzate nelle civiltà terrene, lasciando firme indelebili nell’architettura megalitica e nei racconti di popoli separati da oceani. Il libro non propone certezze confezionate: offre una mappa documentata, provocatoria e sorprendentemente attuale, invitandoci a guardare il passato – e il futuro dell’uomo – con occhi radicalmente nuovi.

“In verità, sono proprio i denigratori dell’ipotesi aliena ad avere una considerazione tanto bassa dei popoli antichi da non volere accettare da essi informazioni chiare ed esplicite, come quella secondo cui la conoscenza è stata portata all’uomo da esseri celesti, si chiamassero essi Elohim o Anunnaki, o fossero noti come Prometeo, Quetzalcóatl, Vereveil, Enki o Nommo o in molti altri modi”

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